Lo scorso luglio ho collaborato con Piacere Magazine, un free press che racconta il meglio del'Umbria in tema di cultura, teatro, cinema, enogastronomia ed arte, organizzando la mostra personale di Marta Bevacqua nella sede della redazione del giornale nel centro storico di Perugia.
E' stato davvero stimolante per me ideare la mostra fotografica, l'inaugurazione, il tema portante, le foto e recensirla nel giornale con un articolo di presentazione sulla mostra e sull'artista.
E' un'esperienza che ricordo con molto piacere così vi riporto la locandina, ed alcune foto della mostra ma sopratutto l'intervista così potrete leggerla e togliervi qualche curiosità sulla fotografa di cui avete visto spesso scatti nel nostro blog nella nostra pagina facebook.
Potete trovare l'articolo orginale, sfogliando la rivista online Qui pg78
self-portrait |
Per comodità ve lo riporto anche nel post:
A soli 23 anni , Marta Bevacqua, artista romana, si sta facendo spazio nel campo della fotografia concentrandosi in fine art e ritrattistica, fino ad approdare di recente nel fashion-system. Senza smettere di sperimentare.
Principalmente autodidatta, è ormai affermata anche nel campo dell’editoria.
Non è difficile trovare in libreria, tra gli scaffali, alcuni tra i suoi scatti come copertina, scelti di frequente da case editrici, italiane e straniere.
In un’epoca in cui l’arte della fotografia è sempre più diffusa riescono comunque a farsi spazio coloro che, come Marta, vivono la fotografia non come una moda o un divertimento, ma come un’esigenza, un modo per esprimere la propria sensibilità disegnando con la luce, come ci suggerisce l’etimologia di fotografia: phòs e graphè dal greco.
Ogni suo scatto racconta una storia; una vita reale o fantasiosa in cui le interpreti, quasi sempre donne, giocano con l’obiettivo dell’artista attraverso un delicato equilibrio fatto di forza e fragilità. Ogni donna ha una storia da raccontare. Ogni donna ha un particolare interessante che Marta riesce a cogliere, mettendole a nudo.Le sue foto, senza tempo, a tratti sembrano spiare le modelle rivelandone i più intimi pensieri attraverso contorni definiti, di bianco e di nero.
Altre volte sono sfacciate come una storia gridata allo spettatore che viene accecato da colori e giochi di luce.
I tuoi scatti ritraggono prevalentemente donne, come mai hai deciso di focalizzarti su soggetti femminili?
Le donne sono belle, e già questo dovrebbe bastare. Le donne sono espressive, quasi sempre, ed estremamente diversificate tra loro, tutte a loro modo interessanti.
Sappiamo già che sei una canonista; quali sono le tue attrezzature specifiche?
Le donne sono belle, e già questo dovrebbe bastare. Le donne sono espressive, quasi sempre, ed estremamente diversificate tra loro, tutte a loro modo interessanti.
Io sono donna e sento di trovare più ispirazione fotografando chi riesco a capire meglio, cogliendone l’essenza di ciascuna e riuscendo a raccontare una storia vera o immaginaria.
Sappiamo già che sei una canonista; quali sono le tue attrezzature specifiche?
Ho scattato per i primi anni con un Olympus di terza mano, poi una volta capito quanto era importante per me la fotografia, ho lavorato sodo per avere la mia prima vera macchina:
una Canon 5D Mark II, uso prevalentemente un 50mm 1.4, ma utilizzo anche il 70-200mm ed il 28mm. In futuro spero di arricchire la mia attrezzatura con nuove ottiche.
Arthur Bloch sosteneva “le migliori fotografie sono quelle che faresti non appena finito il rullino”, come valuti il passaggio dall’analogico al digitale?
Sono affascinata dal rullino, io stessa scatto con una vecchia macchina analogica e stampo nella mia camera oscura improvvisata.
Dove trovi ispirazione? Come scegli le modelle e le storie da raccontare?
Mettere a confronto però questi due tipi di fotografia mi è sempre sembrato superfluo. Sono due mondi, due ere ben distinte. Sono nata e cresco con la fotografia digitale, ed è quella che secondo me oggi possiamo effettivamente definire fotografia intesa come arte visiva.
Dove trovi ispirazione? Come scegli le modelle e le storie da raccontare?
Nella natura soprattutto. Nelle donne e nelle loro vite, vere o immaginarie. Immagino una storia che possa essere rappresentata, scelgo chi potrebbe meglio interpretarla e lascio l’ultima parola allo spettatore.
Cosa ti ha spinto ad intraprendere questa strada?
Cosa ti ha spinto ad intraprendere questa strada?
La macchina fotografica è il mezzo attraverso il quale riesco ad esprimermi, interamente. Quando scatto mi sento a mio agio, rifugiata nel mio mondo.
Sappiamo che molte tue foto sono state scelte come copertine di libri da importanti case editrici, italiane e straniere, come Mondadori, Rizzoli, Garzanti. Ora sei rappresentata da Arcangel Images e Trevillion. Che sensazione hai provato nel vedere i tuoi lavori nelle librerie?
Vedere una mia foto come copertina di un libro è un sogno che si è realizzato. Sono sempre stata una grande lettrice, sin da quando ero molto piccola, e da anni scrivo racconti e romanzi che spero un giorno di pubblicare, magari come una mia foto come copertina.
In quale direzione pensi di andare? Dove vedi il tuo futuro?
In quale direzione pensi di andare? Dove vedi il tuo futuro?
Ultimamente mi sto interessando al campo della fotografia di moda con riscontri positivi. Ciononostante non abbandonerò i miei lavori di fine art, con i quali riesco ad esprimere il mio lato più creativo. Ormai a Roma è sempre più difficile muoversi, costruire delle basi in Italia sta diventando quasi impossibile. Mi piacerebbe spostarmi a Parigi o Londra, due città che adoro ed in cui sarei felice di vivere.
Ti scoraggia la crescente diffusione e conseguente banalizzazione di questa forma d’arte?
Sono scoraggiata più dal numero impressionante di fotografi professionisti, oltretutto bravissimi, piuttosto che dalla grande diffusione della fotografia.
Sto provando a distinguermi in questo ambiente, rimanendo fedele al mio stile.
Sogni e ambizioni per il futuro?
Pubblicare un romanzo illustrato dalle mie fotografie, scattare una foto per un libro di David Grossman, una copertina di Vogue Italia, un servizio fotografico con Omahyra Mota e scattare la Foto Perfetta che ispiri lacrime di gioia e dolore insieme. “Forse ho esagerato?”
Pagina Facebook Marta Bevacqua Photography.
TESTO Isotta Visconti- Brano Give Away Your Heart, The Unthanks
TESTO Isotta Visconti- Brano Give Away Your Heart, The Unthanks
Alcune foto dell'inagurazione, scattate da Elisa Morozzi, con i miei cari amici perugini <3
Vi consiglio di seguirla, Isotta!
Nice blog!!!
RispondiEliminaPassa a trovarmi:
expressyourselfbypaolalauretano
Wow, bellissime foto! Complimenti!
RispondiEliminaveryfp.blogspot.it
foto stupende! la seguirò sicuramente!! A.
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